lunedì 26 gennaio 2009

II - L'alcool

24 gennaio 2009



Ma sì, stasera bevo qualcosa con gli amici.


Poco però.


Forza, uno a me!


Buono, ma...starò facendo la cosa giusta?


Uno non può certo farmi male.


Visto? E’ finito, e nulla è cambiato.


Magari un altro… Grazie!


Il bicchiere è mezzo vuoto…


Ma...cosa sto facendo?


Chi è quello che parla?


Non io. O forse sì.


Non capisco.


Perchè non sono più me stesso?


Cosa mi sta succedendo?


Pochi minuti fa, ero diverso.

Ero un altro.



Erano solo due bicchieri.


Perchè sto dicendo queste cose? Non dovrei…


Che brutta sensazione.


Al contempo mi sento libero, e prigioniero.


Parlo. Parlo e rido.


Rido come non mai.


Mi guardo intorno.


Anche loro hanno bevuto. Si vede.


Però erano solo due bicchieri.



Per fortuna, non devo guidare.



Sembra che stia passando…


Che vergogna.


Non sono stato l’unico. Ma mi sento strano.


Non avrei dovuto.



Nessuno s’è fatto male, certo...



Che brutta sensazione.


Ero io, in quelle condizioni?


Non saprei…



Se fossi andato avanti, cosa sarebbe successo?


Non voglio saperlo…


Spero di non sperimentarlo mai.



A casa, il letto mi sembra più morbido del solito.


Come si sta bene. Adesso, finalmente, posso nuovamente pensare.


Non avrei dovuto.



Sono esperienze. Così si dice.


Formano, fanno crescere.



Ho capito i miei limiti.


E lo sgomento di quando non puoi più controllare le parole che pronunci.




Era la prima volta, certo.


Ma sarà anche l’ultima.


Adesso so dove fermarmi.


Adesso so cosa voglio.

domenica 25 gennaio 2009

I - L'amore a prima vista

24 gennaio 2009


Sì, questa mattina è successo.


Non credevo esistesse. Ne avevo sempre sentito parlare, ma mi ero convinto di esserne immune.


Ecco, invece, che ha cambiato la mia vita. Non dico per sempre.... Senza dubbio in maniera significativa.


Fermata del bus, ore 8 circa. Arrivo. Saluto una persona con cui chiacchiero ogni mattina.


Poi vedo lui.


Alto, slanciato, capelli biondi non troppo lunghi e uno sguardo incantevole.


Mi fissa.


Starà pensando ad altro, suvvia.


Mi fissa ancora.


Lo guardo; il cuore comincia a battere. Un involontario sorriso mi compare sulle labbra.


Lui comincia a camminare, a guardare il cellulare. Va avanti e indietro.


Lui, con quei jeans grigio scuro, e quelle gambe affusolate.

Lui, con quella cartella sulle spalle, e una borsa portacomputer che ondeggiava su un fianco.


Non mi sembra vero.

Starò sognando.


La gente intorno a me continua a vivere; per me il mondo si è congelato.


Esiste solo lui, e nient’altro.


A volte mi fissa, altre osserva di nuovo il cellulare.


I nostri occhi si incrociano...credo di svenire.


Arriva il bus. Alla salita, gli cedo il passo. Però anche lui mi fa cenno di andare.

Mi decido, salgo io.

Sembrava pronto a mettere avanti il piede. Si sarà offeso? Spero di no, non potrei sopportarlo.


Avanzo, verso la metà del mezzo, mi fermo. Lui, dietro di me, replica i miei movimenti.


Si posiziona in piedi al mio fianco.


Non posso guardarlo negli occhi, ma sento che il mio cuore sta per scoppiare.


Lancio qualche sguardo nella sua direzione, ma niente accade.

Guardava fuori, scriveva un SMS. Una volta ha anche sorriso, chissà a cosa pensava.


Poi, arriva il momento che più temevo.


Prenota la fermata, si prepara a scendere.


“No!”, gli avrei urlato.


Ma non potevo.



Lo guardo uscire, allontanarsi. Sparire dalla mia visuale.


Forse per sempre.





Chi sei?



Perchè sei entrato prepotentemente nella mia vita?


Potrei non perdonartelo.


Non riesco più a pensare ad altro.


Mi hai conquistato.



Mi sono innamorato.